MALIKA

Malika_foto di FlavioeFrank1

IN BREVE: Ricreazione Tour – Teatro degli Arcimboldi, Milano, 3 dicembre 2012 – Voto: ★★★


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Malika cresce e convince. Emozioni di voce e musica.


IL CONCERTO

Lo scenario è suggestivo. Il teatro pieno. La ventottenne cantautrice di origini marocchine, ormai definitivamente affermata, richiama un pubblico ampio.

Il concerto non apre nel migliore dei modi, nonostante il bellissimo brano “Come foglie”. Malika finge di trovarsi per caso in una sala prove (il palco), con qualche musicista, in attesa del gruppo di lavoro intero. La gag fintamente improvvisata e poco divertente, crea imbarazzo nel pubblico che fatica a entrare nel vivo del concerto. Ben presto ai primi musicisti si aggiungono tre archi e tre fiati e sul palco si ritrovano in 11: con chitarra, tastiere, basso, batteria, ad accompagnare Malika. La sua voce è dolce, graffiante, un po’ nasale, dal timbro personale e inconfondibile. Percorre vecchi successi e nuovi brani del cd “Ricreazione”, in italiano e in inglese (ed un brano anche in francese), e regala un primo tempo sobrio ed equilibrato, profondamente teatrale e musicale.

Il secondo tempo si apre con un leggero cambio di scena, oltre che d’abito. Abbandona il look a strisce orizzontali (che, come tutti sanno, non contribuisce certo a smagrire la figura…) per entrare nei panni da “fuori scena”. Malika canta ora di fronte ad uno specchio con lampadine, tipico dei camerini teatrali e finge un’esibizione dietro le quinte. Spalle al pubblico, esegue due brani per poi uscire nuovamente di scena, riapparendo subito dopo con la volontà di entrare finalmente nel vivo del concerto.

È qui che Malika trova più naturalezza e spontaneità e riesce a trasformare l’esibizione misurata e un po’ autoreferenziale in un concerto più partecipato. Il pubblico riscopre il battimani e accompagna  l’artista fino alla conclusione entusiasta dell’esibizione, con tanto di karaoke.

Dedica a Milano, “la città che è anche casa”, ringraziamenti a tutti, e in particolare a Caterina Caselli che ha riconosciuto in lei il talento. Chiude con “La prima cosa bella” che i più giovani hanno conosciuto grazie a lei ma che è una cover di un brano presentato a Sanremo da Nicola di Bari nel 1970 (e testo di Mogol).

Malika deve certamente ancora perfezionare il suo modo di stare sul palco, ma il concerto alla fine è ben riuscito e, pur con un repertorio ancora piuttosto limitato, riesce a regalare momenti emozionanti al suo pubblico, dando spazio alla musica suonata e al suo personalissimo strumento.


LA SCALETTA

 

 

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